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Per rintracciare l’origine di un virus, gli scienziati in genere cercano indizi nella sua composizione molecolare. Scienziati cinesi hanno pubblicato il genoma sequenziato del coronavirus meno di due settimane dopo la segnalazione del primo caso nell’uomo: uno sviluppo velocissimo reso possibile dai progressi della tecnologia. Fino a pochi anni fa, raggiungere un simile risultato avrebbe impiegato un tempo intercorrente tra sei mesi ed un anno, ha affermato Gene Olinger, virologo del Maryland presso MRIGlobal, un’organizzazione di ricerca scientifica che sta lavorando allo sviluppo di strumenti diagnostici per il coronavirus.
Certo, il genoma del virus non può dire agli scienziati tutto sulla sua forigine, ma lesequenze di DNA funzionano quasi come un modello per questo tipo di lavoro investigativo.
“Il virus del pipistrello più vicino che abbiamo visto non è in grado di infettare le cellule umane, quindi ci doveva essere un animale intermedio”, ha affermato Carolyn Machamer, professore di biologia cellulare presso la Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora. “Il virus del pipistrello può infettare un animale intermedio e durante tale replicazione sorgono mutazioni che potrebbero favorire l’infezione nell’uomo se si trovano a stretto contatto.”
Molti virus sono malattie zoonotiche, il che significa che si diffondono dagli animali alle persone. E c’è un illustre precedente per le epidemie di virus che hanno origine nei pipistrelli e si riversano nell’uomo attraverso un animale intermedio: la SARS.
Si ritiene che un focolaio di sindrome respiratoria acuta grave, o SARS, nel 2003 si sia diffuso dai pipistrelli ai gatti civet prima che il primo paziente umano fosse infetto. E la sindrome respiratoria del Medio Oriente, o MERS, un altro tipo di virus che è stato segnalato per la prima volta in Arabia Saudita nel 2012, molto probabilmente è stato trasmetto dai pipistrelli ai cammelli dromedari prima di riversarsi nell’uomo.
Funzionari della sanità pubblica sospettano che l’attuale epidemia possa aver avuto origine in un mercato di animali vivi a Wuhan, dove all’inizio sono state contagiate decine di lavoratori. Il mercato è stato chiuso, ma i test sui campioni dell’area sono stati inconcludenti.
All’inizio di febbraio, un gruppo di scienziati cinesi ha suggerito che le analisi genetiche hanno indicato i pangolini – formichieri squamosi e a muso lungo – come una probabile fonte dell’epidemia. La loro ricerca ha dimostrato che le sequenze genetiche di coronavirus isolati da pangolini sono simili al 99 percento a quelle dell’attuale variante.
Jones ha affermato che la teoria del pangolino è plausibile, ma ha avvertito che i risultati non sono stati ancora confermati da ricerche scientifiche indipendenti.
I ricercatori non sono ancora sicuri del perché il coronavirus sia stato trasmesso all’uomo. Mammiferi e uccelli sono noti bacini idrici per i coronavirus, ma la stragrande maggioranza di loro non ammala le persone.