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Sulle pagine dei quotidiani britannici, oltre all’immancabile Corona Virus, c’è un’altra notizia che in questi giorni fa scalpore e che riguarda il ministro dell’interno britannico, Priti Patel, stretta collaboratrice di Boris Johnson, accusata di bullismo.
L’accusa è stata lanciata dal direttore generale del Ministero dell’Interno sir Philip Ritnam che ha sostenuto che la Patel “bullizza” abitualmente il suo staff. Da quel momento si è registrato un vero e proprio fiume di conferme e rivelazioni da parte di impiegati rimossi dal loro incarico dalla Patel, oppure allontanatisi volontariamente perché incapaci di sopportare le sue sfuriate.
Il segretario privato al Ministero della Cooperazione si sarebbe addirittura messo a riposo per malattia da stress conseguita a causa del comportamento della Patel e ci sarebbe perfino un dipendente che avrebbe tentato il suicidio.
La Patel ha espinto le accuse etichettandole come “del tutto false” e il governo ha negato che i funzionari dell’intelligence raccogliessero informazioni su di lei e che non avessero fiducia nelle sue capacità.
L’ultima accusa indirizzata alla Patel afferma che lei avrebbe tentato di estromettere Philip Rutnam, il suo massimo funzionario, dopo aver creato un'”atmosfera di paura” nel Ministero degli Interni, che includeva molteplici offese nei confronti dei dipendenti con tanto “bestemmie, sminuimento delle persone, richieste irragionevoli e ripetute”.
Johnson ha risposto alle affermazioni nel fine settimana confermando la sua totale fiducia nella Patel di cui ha lodato il prezioso lavoro svolto finora.