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I parlamentari polacchi stanno discutendo il divieto di aborto mentre il blocco impedisce la protesta. Il che significherebbe, secondo gli attivisti, che il blocco del Coronavirus in Polonia viene utilizzato in modo “cinico” e “codardo” per far passare il divieto di aborto.
I parlamentari prenderanno in considerazione una proposta di legge questa settimana che dovrebbe vietare l’aborto in Polonia.
La circostamza ha generato frustrazione nel Paese dato che il tema, così delicato, viene preso in considerazione proprio durante il confinamento di COVID-19 quando sono proibite le proteste di massa.
Un tentativo della politica polacca di vietare l’aborto era già avvenuto nel 2016 ma allora la prtoposta era stata sconfitta in parlamento dopo che decine di migliaia di donne avevano manifestato per le strade.
“Crediamo fermamente che non sia una coincidenza che si stia nuovamente dibattendo sul tema proprio ora che il blocco del coronavirus impedisce qualsiasi libertà di movimento e di riunione”, ha detto a Euronews Irene Donadio, della Rete europea della International Planned Parenthood Federation.
“Penso che [il tempismo] sia estremamente cinico e codardo”, ha aggiunto. “Non è un normale processo democratico e non c’è stato molto controllo mediatico a causa del coronavirus.”
La Polonia ha già una delle leggi sull’aborto più restrittive d’Europa e in teoria lo consente solo in caso di stupro, incesto o quando la salute del bambino o della madre è compromessa.
Attualmente il 97% degli aborti in Polonia si verifica in casi in cui il feto è malformato e la nuova legge, se approvata, lo vieterebbe.
Il presidente polacco Andrzej Duda, di PiS, in una recente intervista per il settimanale cattolico Niedziela ha affermato che uccidere bambini con disabilità è un omicidio.
Duda è in carica dal 2015 e gli esperti affermano la scelta di tirare fuori la questione proprio in questo momento avrebbe molto a che vedere con la necessità di aumentare consensi elettorali in vista delle prossime elezioni presidenziali che sono previste per il 10 maggio. Data che rimane attualmente ancora valida, nonostante il numero di infezioni e decessi [COVID-19] sia ancora in aumento e non vi sia alcuna campagna elettorale in atto, come ha affermato Piotr Buras, a capo del Consiglio europeo per le relazioni estere “ufficio a Varsavia.