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Il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea – ora un partenariato economico e politico di 27 paesi – il 31 gennaio 2020, portando a termine 47 anni di appartenenza britannica all’UE e alle istituzioni che l’hanno preceduta.
Da allora l’attenzione si è rivolta alla negoziazione delle future relazioni UE-Regno Unito al di là di un periodo di transizione permanente che si concluderà il 31 dicembre 2020 – preannunciando bruschi e importanti cambiamenti a meno che non vi sia un accordo.
Il rispetto di questa stretta scadenza è stata una grande sfida, anche prima dell’assalto della pandemia di coronavirus che ha travolto entrambe le parti. Ma il governo britannico ha respinto le richieste di estensione della transizione e l’UE ha accettato questa posizione.
“Brexit” – il termine usato per descrivere la partenza della Gran Bretagna dall’UE – rappresenta il più importante mutamento costituzionale che il Regno Unito abbia conosciuto da quando è entrata a far parte della Comunità economica europea a sei nazioni nel 1973. È anche la prima volta che l’istituzione europea ha perso un membro.
Il Regno Unito ha votato a lasciare l’UE dal 52% al 48% a giugno 2016. Ha seguito decenni di ostilità crescente nei confronti del progetto europeo nel Regno Unito, rafforzato negli ultimi anni da un aumento del sentimento nazionalista, in particolare in Inghilterra. Altri fattori come l’austerità e la frustrazione nei confronti della politica tradizionale sono stati citati anche come ragioni – in un dibattito più ampio sul ruolo dello stato nazionale e sull’ascesa del populismo in un’epoca di globalizzazione.
Le conseguenze hanno aumentato le tensioni tra i singoli paesi del Regno Unito: Inghilterra (53%) e Galles (52,5%) hanno votato per lasciare l’UE, mentre Scozia e Irlanda del Nord hanno votato rispettivamente del 62% e del 56% per rimanere. Sono state anche esposte altre divisioni: ad esempio tra aree metropolitane e piccole città e diverse fasce di età e classi sociali.
C’è stato il timore che il lungo e aspro processo abbia spostato l’attenzione dalle principali sfide globali, non da ultimo la battaglia per affrontare l’emergenza climatica. Per molti in Europa, la prospettiva di una frattura istituzionalizzata tra Regno Unito e UE indebolisce il continente in un momento in cui l’America è diventata più isolazionista e Cina e Russia sempre più assertive.